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Visualizzazione dei post da 2019

Il tempo perso [Perseo 16103B da tasca]

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Immaginate di proiettarvi negli anni sessanta, quando non esistevano i telefoni cellulari, né tabelloni elettronici disseminati per le città che segnassero l'ora; il tempo era scandito semplicemente dai rintocchi del campanile di una chiesa oppure dai pochi orologi, rigorosamente a lancette, che si potevano osservare nelle stazioni ferroviarie o nelle piazze importanti. Allora gli unici strumenti disponibili erano questi, mentre nelle case si avevano le classiche sveglie che di notte non facevano dormire le persone a causa del rumoroso meccanismo e che la mattina svegliavano tutti. Solo negli anni settanta arrivarono i primi pannelli a cristalli liquidi (LCD) e quindi i primi orologi elettronici, tra i quali ricordiamo anche quelli a cartelli magnetici oppure i famosi Casio e Seiko. Proprio in quegli anni l'elettronica giapponese iniziava a conquistare l'Europa e a spazzare via tutte le sue principali aziende... Gli unici mezzi portatili per dedurre l'or

Lo scrittoio (2)

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C'erano una volta agenda, rubrica e quaderno/blocco appunti... La foto è stata scattata tramite un volgare telefono cellulare con il classico filtro seppia.

C'era una volta il pranzo al sacco

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Anche se non riguarda l'elettronica oppure i beni di consumo, l'argomento in questione dev'essere annoverato tra le usanze non più praticate su larga scala; forse perché anche la domenica si lavora, oppure chi può dorme, tuttavia sarebbe bello riscoprirla. È necessario preparare qualcosa a casa per poi radunarsi su un prato con amici o parenti, in montagna oppure al parco cittadino, per poi trascorrere un rustico convivio in mezzo alla natura con la quale noi della città non abbiamo più un contatto diretto. Per i pigri che non vogliono cucinare è sufficiente acquistare un trancio di focaccia dal fornaio e un paio di birre; il resto dell'atmosfera si può sempre condire con un mazzo di carte oppure con un bel sottofondo musicale (meglio se da una vecchia radio a pile piuttosto che da una volgare e moderna cassa bluetooth). Non è la stessa cosa che riunirsi al bar o alla birreria (pub per gli anglofoni) del paese, poiché l'atmosfera dello stare da soli nell

Progetto: stereo portatile

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Bastano una vecchia autoradio, sei assi di legno, due casse di qualsiasi provenienza, qualche filo elettrico e tanta voglia di lavorare. Dopo una ventina di ore trascorse in cantina tra un turno di lavoro e l'altro, sono riuscito ad ottenere un apparecchio rustico. Vediamo meglio il progetto in dettaglio: Ho realizzato le sedi per le casse e lo stereo dal pannello frontale e ho già iniziato a cablare il tutto. Siccome si tratta di un prototipo, ho utilizzato fili di qualsiasi colore e legno di recupero: per la precisione si tratta di pannelli di vecchi mobili in truciolato. L'intenzione è una futura realizzazione con pannelli di compensato. L'apparecchio è stato collegato ad una piccola batteria da 7.2 Ah tramite un fusibile ed un interruttore, per poter portare così l'apparecchio al parco con gli amici. Per quanto riguarda la possibilità di caricare l'apparecchio, avrei potuto creare una presa per utilizzare esternamente un carica batterie 1

Trieste

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Non sempre la pioggia può essere vista come un fenomeno negativo: per un fotografico è stata molto utile poiché mi ha permesso di immortalare Piazza dell'Unità senza nessun essere umano che disturbasse l'armonia e l'equilibrio della magnifica architettura Triestina (per dirlo in parole meno altisonanti: senza nessuno in mezzo al +++++). La luce soffusa è la migliore per fotografare, nonostante in quest'occasione le stampe siano un po' giù di tono, ma allo stesso tempo soddisfacenti (erano comunque le 7.30 di mattina). Non so dire nulla, invece, sulla nave militare Inglese che era attraccata al porto e che sono riuscito a catturare sulla pellicola Kodak 200 ASA con la mia Kiev. Una nave militare battente bandiera del Regno Unito al porto. Palazzo del comune Palazzo della regione Friuli Venezia Giulia